giovedì 5 novembre 2015

Expo 2015 - atto secondo e terzo

Dopo aver scritto questo post mi sono accorto della sua assoluta inutilità, non che gli altri post ne abbiano.
Mentre il precedente poteva essere usato come spunto per una visita, questo lo pubblico solo ora che Expo è finita. Amen, ormai è fatto!

Come promesso sono tornato ad Expo, ed ammetto a malincuore che ci sarei tornato altre dieci volte perché mi è piaciuta veramente tanto.

Sarà il clima cosmopolita, sarà l'aria di internazionalità che si respira, sarà che per l'ennesima volta ci davano per spacciati ed invece di riffa o di raffa ce l'abbiamo fatta. (Fotte sega di tutte le polemiche).

La seconda visita è stata un po' meno agevole dalla prima, non tanto per l'entrata, comunque senza coda, quanto per il numero più alto di visitatori.

Solo una volta dentro abbiamo scoperto che non si poteva accedere ai padiglioni prima delle 10:00 - 10:30 sebbene l'apertura fosse alle 9:00, peccato.

Di seguito ciò che sono riuscito a vedere.

Kuwait: bella la struttura esterna a forma di vela, mi ha ricordato le barche viste a Zanzibar. L'ingresso è molto scenografico con una cascata d'acqua che riproduce la frase "acqua - chiave - per la - sopravvivenza". Nella prima sala c'è un plastico che riproduce una città, presumo essere Kuwait City, con i suoi pozzi, le sue centrali solari e le sue abitazioni con coltivazioni di piante aromatiche che si possono vedere alle pareti. Sul soffitto ci sono poi degli enorme teli riccamente colorati.
Si scende poi in una sala con vari giochi per bambini, tra cui una corsa di cammelli, che ho dominato.

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USA: padiglione che mi ha sorpreso, sia per l'orto verticale semovente sulle pareti, sia per l'interno con sette brevi video che a mio modesto avviso centrano il tema di Expo, si parla infatti delle tradizioni locali, della sostenibilità, del tornare a coltivazioni a km 0, anche in grossi centri abitati, sfruttando appunto orti verticali o pensili.

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Iran: una volta entrati si passa attraverso un percorso tra piante aromatiche e riproduzioni di artigianato locale, con alcuni busti di vip del posto, forse lo scià di Persia?
Al soffitto c'è una struttura a specchi triangolari, della quale ammetto di non aver capito il senso. In fondo c'è infine un'area in cui vengono riprodotti dei video sulla produzione locale, non sapevo che questo paese fosse il principale produttore di zafferano al mondo.

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Turkmenistan: l'ingresso è un immenso salone diviso in 3 aree, in quella centrale si sono appesi due enormi tappeti, in quelle laterali sono posti su scaffali prodotti del paese, tra cui il cotone, bevande e cibi.
Si sale alla sala superiore dove sono appese fotografie di palazzi molto vistosi, fin eccessivi, oltre a teche con prodotti dell'industria chimica, tra cui i vari combustibili fossili, oli e medicinali. Dalla terrazza è possibile vedere la caratteristica struttura del padiglione del Qatar, di cui scrivo più avanti.

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Monaco: padiglione costituito da container sovrapposti, simboleggianti il riciclo, la guida all'ingresso ha spiegato che a fine Expo saranno donati alla Croce Rossa.
All'interno ci sono molte scatole in legno sovrapposte, all'interno di alcune ci sono dei monitor che spiegano tecniche di pesca sostenibile oltre che di coltivazione delle ostriche, sulle pareti di altre sono riprodotti dei diagrammi, quello che mi ha colpito è quello del bue muschiato, ammetto che la cosa mi ha spiazzato.

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Turchia: padiglione "open space" con richiami alle produzioni locali, tra cui le ceramiche, il kebab ed un succo a base di agrumi.



Francia: per entrate c'era una lunga coda ma scorrevole, dopo una camminata in un orto con frutta, verdura e piante aromatiche si arriva allo stand vero e proprio costituito da una immensa struttura in legno con appese le cose più disparate, dai vini alle ostriche, passando per i cereali.
Qui abbiamo preso un'ottima baguette, ça va sans dire. Appena fuori c'è un chioschetto di streat food che prepara delle crepes con zucchero di barbabietola.

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Belgio: padiglione decisamente a tema con piante idroponiche e acquaponiche (credo si chiamino così), le prime sono irrigate con soluzioni ricche di nutrienti e non hanno bisogno del terreno, le seconde invece crescono al di sopra di una vasca con all'interno pesci le cui deiezioni vanno a nutrirle. In delle teche si possono vedere delle scatole di cartone, le quali, una volta innaffiate vanno a produrre funghi.
Sopra stand con birre belghe, visto Chimay.

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Repubblica Ceca: stand che vale la pena visitare solo per il fatto che si può bere la Pilsner Urquell, una delle migliori birre al mondo. L'interno lo ricordo poco, ma le modelle che hanno fatto un servizio fotografico mi sono rimaste ben impresse.

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Nepal: padiglione venuto agli onori della cronaca perché terminato più o meno a fatica durante il drammatico terremoto che ha colpito il paese a pochi mesi dall'apertura di Expo. Al centro vi è una pagoda alla quale si arriva passando sotto un porticato con appese preghiere su drappi di stoffa colorati. All'interno c'è una statua dorata del Buddha con offerta così come al di sotto, ma di dimensioni maggiori.

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Questo è quanto visto durante la seconda visita. Nella terza, avendo fatto il serale l'ultima settima, temevo di non riuscire a vedere nulla se non lo spettacolo dell'albero della vita, motivo della mia trasferta ed invece...

Austria: padiglione molto pubblicizzato per la presenza di un bosco all'interno, il cui tema chiave era il gioco di parole tra mangiare EAT e respiro BR(EAT)HE, infatti in vari punti si viene invitati a respirare a pieni polmoni... peccato che a a pochi metri ci sia un bar che cucina fritto, no comment. Intorno ci sono vari giochi che hanno a che vedere con l'aria.


Qatar: molto bella la struttura a forma di cesto in vimini. Nella prima sala c'è una breve presentazione della cucina locale, con riproduzione di piatti tipici, anche se quasi tutti gli alimenti, quali frutta e verdura sono importati essendo il paese desertico. Si passa poi in una sala con un container appeso, sembra che una delle principali attività di questo paese sia il confezionamento e successivo smistamento delle merci.
Dal piano superiore si accede ad una sala al cui centro c'è un albero stilizzato su cui vengono proiettate immagini e giochi di luce mentre una voce racconta delle peculiarità di questo paese. La sala è costituita da una scala a chiocciola che scende intorno all'albero.
Fuori dal padiglione, sulle pareti sono riprodotti varie stanze, tra cui il forno, la drogheria ecc.

 
 

Svizzera: non sono riuscito ad accedere alle torri ma all'interno c’erano delle mostre multimediali con giochi per capire qual è il tuo stile di vita e altri che ti mostravano il contenuto di nutrienti nei vari alimenti facendoti capire quanto poco si sappia.

Questo è più o meno tutto. Io Expo me la sono goduta, un po’ come tutto il resto della mia vita.
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See you soon.
Mus

lunedì 2 novembre 2015

Weekend con il (quasi) morto

Come più volte accaduto negli ultimi anni, ho deciso di festeggiare il mio compleanno in quel di Vaprio d'Adda, paese stupendo che mi ha accolto a braccia aperte pur essendo straniero, ma forse solo perché ho i tratti nordici.

Dopo l'hamburger da 500 g dello scorso anno, quest'anno sono stato portato a cena in una pizzeria famosa per la vulcanica proprietaria napoletana e per quel piacevolissimo profumo di fritto che ti inebria e ti rimane fissato anche nel DNA.

Ad uno dei tavoli erano sedute quattro coppie, quattro uomini e quattro loro amiche (secondo alcuni a pagamento), quand'ecco che accade il misfatto. Uno dei quattro non più giovanissimi ha un malore e viene steso a terra, alla nostra proposta di chiamare l'ambulanza ci viene detto di no, ipotizziamo che sia una cosa che succede di frequente e quindi sanno come gestirla. Ed ecco che anche il secondo si sente male, seguito dal terzo.

Attimi di preoccupazione! Chissà cosa avranno mangiato! La proprietaria che commenta seraficamente: "Che serat'immerda!". 

Appurato che non si trattava del cibo sono subito partite le ipotesi. Gara di twister? Troppo viagra? Striscia di coca? Mix di entrambi? 

A questo punto arriva l'ambulanza e veniamo informati che i giovanotti avevano pensato di bene di fumarsi una cannetta. Com'era quella cosa dei giovani sbandati?

Degno commento della proprietaria: "Ma che cazz vi fat'e cann'...fatevi le seghe!". Game, set, match! 

Che altro aggiungere? Nulla!  Grazie per lo spettacolo che ogni anno mi regalate, chissà quanto vi è costato questo evento, per l'anno prossimo mi aspetto qualcosa tipo Casamonica con carrozze ed elicotteri.

Cheers
Mus